MANIFESTO

MANIFESTO

come tutto in natura, anche il manifesto di questo blog è in continua mutazione. nessuno scopo preciso. la verità non credo esista, tanto più nell’epoca post-moderna, dove il bombardamento mediatico è cresciuto grazie ad internet e alle nuove tecnologie. nell'abbondanza ci si confonde facilmente. tuttavia, alcuni punti di vista rimangono dominanti, in quanto maggiormente pubblicizzati dagli organi di informazione ufficiali. questo spazio, tra l’altro, vorrebbe essere veicolo per quelle voci che non si sentono e che per la maggior parte delle persone flirtano con l’assurdo. mi è sempre piaciuto l’assurdo per la sua vicinanza con la natura intima degli esseri e dei fenomeni. per la maggior parte pubblicherò delle playlist salvate sul mio canale di youtube, non per imporre la mia visione incoerente della realtà, ma per dare asilo, oltre che alle versioni ufficiali, a tutto il sommerso di voci più o meno nascoste che dicono il diverso. se poi si tratta di complotti o paranoie, questo lo deciderà il lettore. non cerco fan né promuovo un ideale specifico. non ho la costanza per stare dietro a nessun impegno superiore al respirare. sento semplicemente lo scemare della libertà di espressione, la delicata linfa della diversità andare sperperandosi senza che la maggior parte lo consideri un delitto. vedo le generazioni assopirsi e sento che anche per me, apatico cronico, è venuto il momento di alleggerire la coscienza.

sabato 30 giugno 2012


LA LACUNA STAVA NEL PROGETTO

La lacuna stava nel progetto. Lavorare con un pazzo è un suicidio anticipato. Patrice aveva la testa dura come l’acciaio e qualche offuscamento nei momenti in cui bisogna mantenere il sangue freddo. La sua vocazione era il furto. Con le armi era negato e non lo voleva capire. Prima di entrare reclamò il mitra riservato a Jean Claude.
- Non facciamo cazzate – gli rispose il genio falsario – il piano è chiaro -.
 Ma Patrice era già sceso dal furgone col cannone in mano e guidava la batteria; lui, che sarebbe dovuto entrare per ultimo. Agli altri professionisti sembrò di trovarsi catapultati a teatro a recitare una rappresentazione priva di copione. Patrice continuò a fare il fenomeno anche all’interno. Colpì alla mascella un vecchio inerme, che si afflosciò a terra e per tutto il tempo rimase tremante, abbracciato a una colonna come un naufrago al salvagente. Poi se la prese col direttore, che non voleva dirgli dove aveva nascosto i soldi. Per convincerlo sbattè una cliente al bancone e avvinghiandola da dietro si mise a scandagliarla in profondità in mezzo alle gambe. I suoi compari erano rimasti disarmati davanti a un comportamento tanto eccessivo. Jean Claude, che non era mai entrato in una biblioteca, ma di intelligenza ne aveva da vendere e sapeva leggere le situazioni, gli avvicinò una sedia con un calcio.
- Ora siediti – disse con freddezza – e non fare più un cazzo finché non ce ne andiamo –.
- Fanculo! – gli urlò contro Patrice, liberandosi della puttanella che stringeva. La poveretta cadde a terra con una giravolta e sbatté violentemente la testa sul pavimento. Perse conoscenza. Parve morta. Renoir l’elettricista perse il controllo e si scagliò contro il complice con tutta la sua forza. Faticò Jean Claude a tenerli divisi.
- Calma idioti, fermi. E’ un lavoro –.
Jordi il muto nel frattempo aveva aggirato la scena e cercò di sorprendere Patrice alle spalle. Ma il corso lo anticipò e con il calcio del mitra lo ferì alla mascella. Poi, ubriaco di adrenalina, si girò verso il direttore e lo colpì in pieno petto con una scarica.
Tutti fiutarono immediatamente la vasca di merda in cui erano scivolati.
- Via via – fece Jean Claude e prese la scia del muto, che sgattaiolava verso l’uscita tenendosi con entrambe le mani la bocca sporca di sangue. Li seguì lesto Renoir, con il suo incedere saltellante per via della zoppia, mentre l’artigliere trovò il tempo di sprezzare il cadavere con uno sputo, prima di prendere per ultimo la porta.

2 commenti:

  1. vengo come un armadillo
    http://learnhotdogs.com/wp-content/uploads/2012/02/Armadillo.png

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