MANIFESTO

MANIFESTO

come tutto in natura, anche il manifesto di questo blog è in continua mutazione. nessuno scopo preciso. la verità non credo esista, tanto più nell’epoca post-moderna, dove il bombardamento mediatico è cresciuto grazie ad internet e alle nuove tecnologie. nell'abbondanza ci si confonde facilmente. tuttavia, alcuni punti di vista rimangono dominanti, in quanto maggiormente pubblicizzati dagli organi di informazione ufficiali. questo spazio, tra l’altro, vorrebbe essere veicolo per quelle voci che non si sentono e che per la maggior parte delle persone flirtano con l’assurdo. mi è sempre piaciuto l’assurdo per la sua vicinanza con la natura intima degli esseri e dei fenomeni. per la maggior parte pubblicherò delle playlist salvate sul mio canale di youtube, non per imporre la mia visione incoerente della realtà, ma per dare asilo, oltre che alle versioni ufficiali, a tutto il sommerso di voci più o meno nascoste che dicono il diverso. se poi si tratta di complotti o paranoie, questo lo deciderà il lettore. non cerco fan né promuovo un ideale specifico. non ho la costanza per stare dietro a nessun impegno superiore al respirare. sento semplicemente lo scemare della libertà di espressione, la delicata linfa della diversità andare sperperandosi senza che la maggior parte lo consideri un delitto. vedo le generazioni assopirsi e sento che anche per me, apatico cronico, è venuto il momento di alleggerire la coscienza.

lunedì 27 febbraio 2012

Intervista all'ambasciatore iraniano in Italia

come scritto da Richard Javad Heydarian nei suoi articoli sul Tehran Times, l’Iran non sembra troppo preoccupato dall’embargo minacciato dall’Europa. l’ambasciatore in Italia dello stato arabo, afferma anzi, in questa intervista rilasciata ad un giornalista di una radio italiana, che le sanzioni finiranno per ritorcersi proprio contro l’Europa. secondo me questo, più che masochismo, potrebbe rivelarsi una manovra atta ad aumentare l’acredine della popolazione europea contro l’Iran. un naturale disagio a fronte delle carenze di approvvigionamenti di energia o dell’aumento dei prezzi ad essi correlati,  potrebbe essere un bel incentivo per rendere legittimo agli occhi dell’opinione pubblica l’intervento forte contro lo stato islamico. secondo me, e fantastico, la vera bomba emotiva sarà un attentato contro Israele o gli USA, oppure qualche altro stato “pesante”, una bomba a Parigi, alle Olimpiadi di Londra, sai che scena, e tutto il malcontento derivante dalla carenza energetica e conseguente aggravamento della crisi economica, a giustificare l’attacco. fantasie, certo, ma io non credo che l’Iran sia popolato da orde di retrogradi assassini. nemmeno l’ayatollah Khamenei, dipinto come il diavolo con le corna e il forcone, mi pare tanto peggio dei nostri leader, visto che tra l’altro considera contrari all’islam la produzione, l’utilizzo e  lo stoccaggio di armi nucleari e ribadisce il suo favore all’utilizzo della tecnologia atomica solo in ambito civile. l’idea di un’intenzione di armarsi di dispositivi di offesa nucleari da parte iraniana è supportata solo dai nostri mezzi di informazione. noi sì che ce le abbiamo per certo le bombe… e anche noi italiani, badate bene, proprio in casa. io non riesco proprio a figurarmelo come barbaro il popolo iraniano, ditemi quello che volete, sarò strano, a fronte delle testimonianze dirette di chi è stato per vacanza o lavoro nella sua terra. sono molto indeciso su dove andare questa estate, ma sempre più si fa strada in me l’idea di vedere dal vivo la realtà di questo paese, che immagino bellissimo ed ospitale come tutti i paesi arabi, a fronte di una storia millenaria, a dispetto di ogni infamante propaganda. prima che venga spianato dalle bombe intelligenti della NATO.

venerdì 24 febbraio 2012

NG - Tecniche di controllo

pubblico un documentario National Geographic, dove si parla dei più sofisticati sistemi di sorveglianza: telecamere, microchip impiantati nella carne e scansioni dell’iride. all’inizio si parla del sistema di telecamere che sorveglia Londra. più di 500.000 occhi elettronici in grado di seguire gli spostamenti di chiunque si muova nel territorio della capitale. poi della tecnologia di riconoscimento facciale, fino agli elicotteri che volano sopra le città di notte per controllare le strade e le terrazze dei privati cittadini. sistemi che aiutano le forze di polizia a prevenire il crimine, ma che possono anche trasformarsi in un sistema di controllo generalizzato, se utilizzati senza discriminazioni. e i governi, ditemi se sbaglio, spesso si sono rivelati soggetti loschi e disumani. nessuno può concentrare nelle proprie mani un potere del genere. si chiama dittatura. invece la fanno passare come la forma più alta di tutela del cittadino. già abbiamo i cellulari sempre addosso, che segnalano continuamente la nostra posizione. qualcuno pensa che se non si ha niente da nascondere, non si deve temere l’occhio del grande fratello; ma io dico, a sentire parlare di sistemi del genere solo vent’anni fa, veniva da pensare alla fantascienza, ma fantascienza fosca, tetra, maledetta. adesso la cosa è realtà e stiamo a disquisirci sopra. non me ne frega un cazzo se non sono un criminale, se non ho nulla da nascondere… il fatto è che non ho nulla da fare vederea chi non conosco. l’uomo è nato per non sapere cosa succede al di fuori della portata dei suoi sensi. gli attentati del 11 settembre 2001 sono stati una manna per tutti i governi, soprattutto quello americano, che con la scusa del sedicente terrorismo internazionale, hanno reso legali e soprattutto hanno fatto passare per legittime misure di violazione della riservatezza, considerate lesive della libertà individuali solo una ventina di anni fa, misure comuniste, perversioni staliniste, considerate tali proprio dai loro attuali sostenitori quali misure di sicurezza indispensabili. poi tutto quel sistema di catenacci eletronici, i bancomat, i telepass, le transazioni con le carte di credito, le mail, i social network. lasciamo dietro di noi tracce che riunite in database rendono un profilo molto accurato di chi siamo, dei nostri spostamenti, dei nostri vizi e inclinazioni. sono uno strumento di marketing occulto, che suggerisce quali sono i prodotti da lanciare sul mercato. e in base a quei prodotti, la nostra vita cambierà. perché se quando penso alla campagna vedo, nella mia mente, il logo del mulino bianco, mi sento violentato. e la cosa che, nei periodi di sconforto che per forza di cose mi attraversano, mi trafigge maggiormente, è di come, nella realtà dei fatti, la popolazione non sia stupida. conosce la realtà, ma è rassegnata, vinta, docile a questa logica. qui la mia depressione raggiunge il culmine: quando vedo la gente tranquilla e rassegnata. consapevole e convinta di essere impotente. lobotomizzata, priva della volontà. inquietante una delle ultime frasi del documentario: “mezzo milione di telecamere non hanno potuto fermare gli attentatori di Londra”… allora cazzo… dovevano essere davvero organizzati bene i bombaroli… così bene come tre studenti armati di ideologia e fanatismo difficilmente possono essere… almeno che dentro al cranio non abbiano il cervello di Albert Einstein o Jean Genet, tre crape di geni, insomma. ma un genio col cazzo che si fa saltare in aria per un’idea.

Siria: Crimini israeliani spacciati per siriani

ancora una volta sembra che le immagini in arrivo dalla Siria, stavolta riguardano violenze compiute su bambini da parte dell'esercito, siano degli scandalosi falsi. pare che le immagini usate da un'organizzazione umanitaria israeliana per sensibilizzare l'opinione pubblica sui crimini dell'esercito siriano, siano vecchie e già state pubblicate in passato per documentare atti di violenza compiuti dagli israeliani stessi a Gaza. quindi si tratta non solo di falsi, ma anche di crimini israeliani riciclati allo scopo di tornare utili. cosa sta accadendo in Siria, non lo so. di sicuro non è quello che ci dicono le televisioni. ed anche se questa notizia appare su un insignificante blog amatoriale, dovrebbe bastare a degelittimare tutto il complesso dell'informazione di massa. i direttori delle agenzia di stampa dovrebbero dimettersi, così quelli dei giornaletti e venire almeno processati. e se questo non accade, mi dispiace tanto, è tutta colpa nostra. di noi gente comune. del nostro menefreghismo, cresciuto a girelle e telefilm. per chiunque desideri trovare informazioni libere dall'influenza della propaganda occidentale, c'è questo bel sito in italiano. in Siria la stanno facendo sporchissima, come hanno fatto in Libia.
http://www.youtube.com/watch?v=dACqDz8e2cA

giovedì 23 febbraio 2012

Ce cos'è l'ESM, o Fondo Salva Stati?

non so bene chi siano i due signori presenti in questo video, né cosa sia l'Unione Federalista Italiana, ma se è per questo non conosco neppure il direttore del Tg1 o quello di Repubblica, del Corriere della Sera o di Euronews. che si votino leggi all'insaputa dei cittadini, e spesso anche dei loro rappresentanti,  è ormai cosa nota. noto il silenzio calato dai media sulle questioni davvero pesanti, tipo il Trattato di Lisbona - presto posterò una bella lezione di Paolo Barnard a riguardo -, le morti sospette da uranio impoverito, la rivoluzione islandese, il golpe in Venezuela,  noto, per quanto mi riguarda, il fallimento come forma di governo della democrazia rappresentativa centralizzata. quindi, perché non dare un po' di attenzione, sempre e comunque dopo avere sbavato a garganella sulla farfalla di Belen, anche alle rivelazioni di questi due cordiali signori? cos'è il fondo salva stati? è un meccanismo per dare una mano a chi si trova in difficoltà o un ulteriore organo sovranazionale, con poteri pressoché illimitati, atto a ridurre al ruolo di comparse gli stati europei? a qualcuno potrebbe venire voglia di approfondire.

mercoledì 22 febbraio 2012

Le sanzioni all'Iran, di Richard Javad Heydarian (parte 2)

LA RESILIENZA ECONOMICA IRANIANA

La forza dell’Iran risiede nel surplus commerciale, un basso debito pubblico lordo e la relativa imponenza della sua economia (diciassettesima a livello mondiale), che ha beneficiato degli alti prezzi del petrolio negli ultimi anni. Con un basso debito pubblico e un sano bilancio commerciale, l’Iran, nel frattempo, può continuare ad emettere obbligazioni e appoggiarsi a finanziamenti esterni per soddisfare le proprie esigenze. Lo stato è al centro dell'economia e pertanto l'emissione di titoli di stato comporta un limitato rischio di crowding out per il settore privato. Inoltre, la crescente incertezza geo-politica e l’aumento della domanda di petrolio, hanno causato un rialzo dei prezzi del greggio. Ecco che l’Iran può conservare ancora il suo slancio economico, purché mantenga un livello relativamente stabile degli scambi di petrolio con clienti alternativi, una volta che l'embargo dell’Unione Europea entrerà in vigore nel giugno 2012. Malgrado le sanzioni, l’Iran ha in previsione di esportare circa l'80 per cento del suo petrolio, così da mantenere un significativo flusso di denaro in entrata per i prossimi mesi. Ci sono anche dei dubbi in termini di capacità e volontà da parte dei fornitori alternativi di compensare le mancate esportazioni iraniane. L’Iran esporta circa 2,5 miliardi di barili di petrolio al giorno, che rappresentano circa il 70 per cento delle capacità di ricambio dei paesi OPEC. Di conseguenza, sostituire le esportazioni iraniane significa minare ulteriormente la stabilità, già precaria, dei mercati globali di energia. Vista l’elevata volatilità del mercato energetico negli ultimi anni, l'Agenzia Internazionale per l'Energia (AIE) ha già utilizzato le sue riserve strategiche in più istanze, al fine di rinsaldare un mercato sempre più instabile. L’elevata deregolamentazione dei mercati delle materie prime significa anche che la speculazione e l’emotività svolgono un ruolo fondamentale nella determinazione dei prezzi del petrolio. Con l’aggiunta di ulteriori segni di incertezza provenienti dal versante geo-politico, la situazione potrebbe aggravarsi ulteriormente. Supponendo che il petrolio iraniano fosse totalmente embargato, la minaccia ultima consisterebbe nel collasso totale nei mercati dell'energia e l'aumento del prezzo del greggio a circa 250 $ al barile, con i paesi che avvierebbero un razionamento e una corsa all’accaparramento delle forniture. Questo porterebbe non solo a soffocare le economie più fragili nel nord, ma comprometterebbe anche la parabola ascendente di molte economie emergenti, che già stanno lottando contro il calo della domanda in Europa e in America. Il petrolio iraniano è semplicemente troppo indispensabile alla stabilità economica globale e non esistono alternative ragionevoli nel prossimo futuro. Nessuna c’è da meravigliarsi quindi che Turchia, India e Cina continueranno a comprare petrolio iraniano, mentre Corea e Giappone cercheranno disperatamente di convincere gli Stati Uniti a concedere loro esenzioni e deroghe per continuare le loro importazioni dall’Iran. Come rappresaglia per le misure della Unione Europea, un Iran relativamente fiducioso già ha minacciato di anticipare l'embargo tagliando gli approvvigionamenti all’Europa. I migliori clienti europei, dall'Italia alla Grecia fino alla Spagna, sono le economie più fragili del continente, così ogni misura preventiva iraniana costituirebbe un colpo enorme per le economie dell'UE. Un’iniziativa del genere potrebbe ulteriormente erodere la fiducia nel mercato affossando i rating di credito, il che, a sua volta, farebbe aumentare gli interessi passivi. Colpendo l’Iran, l’Europa in realtà sta minando la propria stabilità. In definitiva, le sanzioni non saranno sufficienti a paralizzare il paese. Un’iniziativa del genere è controproducente e destinata a fallire. Le sanzioni, nel migliore dei casi, potrebbero influenzare intorno al 10 per cento dell'economia dell'Iran, ma il paese avrà tutti i fondi necessari per continuare i suoi programmi nucleari. In realtà, il governo ha proposto un bilancio di 443 miliardi di dollari per il 2012, e prevede di raddoppiare le spese militari nei prossimi mesi. Pertanto, le sanzioni servono semplicemente a danneggiare il popolo iraniano e a fomentare ulteriore diffidenza verso l’occidente.

RIAPERTURA DEI COLLOQUI

Con tante frizioni ad inasprire i legami tra l'Iran e l'Occidente, l'onere della riapertura dei colloqui è stato posto sulle spalle di paesi come Turchia e Russia, che hanno mantenuto forti legami con il loro vicino persiano. Russia e Turchia hanno un interesse diretto nella stabilità dell'Iran, perché qualsiasi conflitto tra l'Occidente e lo stato arabo potrebbe compromettere la sicurezza regionale e avere enormi effetti negativi sui legami commerciali con Teheran. Mentre la Russia detesta qualsiasi avventura militare occidentale vicino ai suoi confini, l’economia in grande crescita della Turchia è altamente dipendente dalle esportazioni di energia iraniana. Qualsiasi conflitto in Iran potrebbe minare la sicurezza nazionale della Turchia e spegnere tutte le sue speranze di entrare a fare parte dell’Unione Europea. Quindi la posta in gioco è abbastanza alto per entrambe le nazioni, interessate a canalizzare le crescenti tensioni in direzione di una risoluzione diplomatica. Dal momento della chiusura dell'ambasciata britannica a Tehran, i canali di comunicazione iraniani con l’occidente si sono notevolmente ridotti, così da rendere Mosca e Ankara l'ultimo significativo ponte tra l'Iran e l'Occidente. Da parte sua, l’Iran sembra essere interessato a sedersi attorno a un tavolo, ed invia i suoi alti funzionari regolarmente a Mosca ed Ankara per preparare il terreno alle negoziazioni. L'economia iraniana sta accusando il colpo e Teheran non sembra interessata ad impegnarsi in qualsiasi confronto militare, preferendo riavviare nuovamente colloqui sostanziali. I pragmatisti stanno attivamente spingendo per una soluzione diplomatica. Il presidente Mahmoud Ahmadinejad e il ministro degli esteri Ali Akbar Salehi, hanno recentemente ribadito l’interesse del loro paese a riaprire i colloqui con il cosiddetto (P5 + 1), composto da Germania e cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC). Per dimostrare la sua sincerità, il mese scorso, la leadership iraniana ha accolto una visita tecnica dei rappresentanti dell'AIEA. Entrambe le parti hanno definito la visita come molto costruttiva, e stabilito un accordo per effettuare il più presto possibile un’ulteriore visita. L’Iran sta anche ultimando il contenuto della risposta alla richiesta dell'Unione Europea per i colloqui sulla questione nucleare, con Istanbul come sito probabile per ospitare i negoziati. Tuttavia, l'Iran ha respinto in anticipo qualsiasi richiesta di sospensione di arricchimento nucleare, ma c'è un'alta probabilità che aderisca ad una proposta “passo passo” proveniente dalla Russia, secondo la quale in cambio della trasparenza dell’Iran in ogni fase dei negoziati, ci sarà un’attenuazione delle sanzioni.

L’OCCIDENTE DOVREBBE RIPENSARE LA PROPRIA STRATEGIA

L'alternativa strategica alla diplomazia è la guerra, perché le sanzioni sono solo una manovra tattica per raggiungere fini strategici. Tuttavia, le sanzioni, soprattutto nel caso dell'Iran, non fanno altro che punire la maggior parte della popolazione, innocente, amareggiano la società, e incoraggiano i “falchi” a scapito dei “pragmatisti”. Tecnicamente, l'economia dell'Iran è semplicemente troppo grande da paralizzare, senza rischiare un terremoto energetico a livello globale e il complesso nucleare iraniano è troppo avanzato per smantellarlo. L’Iran sarà in grado di sopportare le pesanti sanzioni, perché il paese ha ancora miliardi di dollari per sostenere le proprie forze armate e avanzare nel suo programma nucleare. Pertanto, è fondamentale per l'Occidente dare alla diplomazia una possibilità e ricalibrare il tenore delle sanzioni. La guerra è un'alternativa impensabile, perché qualsiasi conflitto tra una potenza regionale come l'Iran e l'Occidente potrebbe innescare una crisi internazionale. L'economia mondiale è troppo fragile per sopportare un urto tanto forte, ed è nell'interesse della società internazionale trovare una soluzione pacifica e diplomatica al programma nucleare iraniano, per timore di incorrere in una recessione economica globale ancora più letale. I negoziati non potranno risolvere le grandi differenze ideologiche e strategiche, ma sono un passo cruciale e necessario per costruire un clima di fiducia e superare il profondo senso di diffidenza reciproca che divide le parti. Se l'Occidente avesse accolto con favore la Dichiarazione di Teheran del 2010, saremmo ora nel secondo anno di negoziati atti a sviluppare la fiducia e il dialogo tra le parti. Eppure c'è ancora speranza. I “pragmatici” dell'Iran percepiscono l’urgenza della questione, mentre gli interlocutori come la Turchia – per nulla scoraggiati dallo snobismo dell'Occidente verso la proposta turco-brasiliana sul programma nucleare iraniano - cercano instancabilmente di evitare una catastrofe. Lo status quo è semplicemente insostenibile. L’Iran ha mostrato il suo interesse alla riapertura dei colloqui, Turchia e Russia hanno sostenuto tale mossa, ora la palla passa nelle mani dell’Occidente. Speriamo che la ragione ancora una volta prevalga sulla passione. 

martedì 21 febbraio 2012

Le sanzioni all'Iran, di Richard Javad Heydarian (parte 1)

posto la prima parte di un articolo trovato sul Tehran Times, che tratta delle sanzioni economiche imposte dall’occidente allo stato arabo. ricordiamo che a farne maggiormente le spese, sono come sempre le popolazioni civili. leggendo l’articolo, sembra che l’Iran qualche passo lo faccia nei confronti dell’occidente, ma per accorgersi della buona volontà, bisogna innanzi tutto avere voglia di vederla. adesso, sarà vero che ci sono navi iraniane nel Mediterraneo, ma teniamo anche conto che i vertici di Tehran hanno acconsentito alla visita degli ispettori dell’AIEA. Quindi, insomma, mi pare equo risaltare anche questo lato della vicenda. mi scuso fin d’ora per la traduzione, in più punti scadente. le parti dove mi è stato impossibile tradurre per mancanza di conoscenze dell’inglese, sono comunque contrassegnate dalla simbologia […]. il mio scopo rimane sempre e solo quello di dare asilo ad una visione altra da quella che ci viene abitualmente propinata, cercando di dare risalto al punto di vista dell’accusato. inoltre, se la lettura di questo articolo, servirà ad instillare nel lettore il desiderio di approfondire l’argomento servendosi di strumenti più appropriati di un blog amatoriale, il mio scopo potrà dirsi raggiunto. l’articolo completo in inglese lo trovate qui.

PERCHE’ L’IRAN PUO’ RESISTERE ALLE SANZIONI

Con gli Stati Uniti e l'Unione europea (UE) che impongono all’Iran uno dei regimi di sanzioni più dure che mai sul piano economico, il mondo si trova sul ciglio di una guerra potenzialmente catastrofica nel cuore del Medio Oriente. Nel frattempo, Israele sta suggerendo un attacco preventivo se le sanzioni non dovessero dissuadere il programma nucleare dell'Iran, mentre Teheran ha giurato di vendicarsi su scala internazionale, in caso di attacco. Tuttavia, determinato a svincolarsi dall'assedio economico e ad evitare un potenziale conflitto, l’Iran ha dimostrato un interesse crescente per rilanciare i negoziati con l’occidente. Non solo acconsente alle visite dell'AIEA ai suoi impianti nucleari, ma ha anche dimostrato interesse ad impegnarsi in negoziati, con la Turchia e la Russia, in qualità di interlocutori primari. È giunto il momento per l'Occidente di ripensare all’entità delle sanzioni e cercare una vera e propria strategia per dare una reale speranza alla diplomazia. Questa potrebbe essere l’ultima occasione per evitare la tragedia.

PUNIRE IL POPOLO IRANIANO

Le sanzioni economiche prendono di mira le esportazioni principali dell'Iran, petrolio e gas, oltre a congelare le attività nei mercati finanziari globali, della Banca Centrale Iraniana. Questo ha reso estremamente difficile per Teheran impegnarsi nelle transazioni internazionali su larga scala, compiute in dollari, costringendo l'Iran ad affidarsi ad ingombranti e spesso incerti enti finanziari terzi, per stipulare i consistenti accordi commerciali. Fondamentalmente, le sanzioni hanno avuto un effetto a cascata sul commercio internazionale dell'Iran, con un aumento esponenziale dei costi delle transazioni e dello sforzo atto a mantenere il flusso delle importazioni. L’economia domestica sta già accusando il colpo, in quanto il costo dei prodotti importati è salito alle stelle. Inoltre, le sanzioni stanno aggravando il problema dell'inflazione, perché l'Iran è nel bel mezzo di una riduzione senza precedenti in sovvenzioni statali, che ha causato un significativo aumento della pressione inflazionistica sulle materie prime di base. I tassi di inflazione sono già su un valore a due cifre, mentre il settore manifatturiero sta avendo enormi difficoltà nell'accedere ai prodotti semilavorati e hi-tech provenienti dall'estero, soprattutto dall’occidente. Di conseguenza, sia il settore industriale, sia il settore petrolifero, stanno soffrendo il peso dell’assedio economico. Ciò che è chiaro è che il regime di sanzioni è volto a colpire la classe media iraniana ed inasprire sempre più il punto di vista dei suoi membri sull'Occidente. Per molti iraniani, l’amministrazione Obama ha chiaramente fatto marcia indietro dopo la sua promessa iniziale di riavvicinamento con l’Iran. Le sanzioni, danneggiano direttamente il popolo iraniano e sono un tradimento della promessa del presidente Obama per un rapporto reciprocamente rispettoso, stabile e cordiale tra i due stati. Dopo tre anni di parole vuote e gratuiti auguri in occasione del Nowrouz (Capodanno persiano), la popolazione iraniana ha scarsa propensione verso il governo degli Stati Uniti.

L’ASSEDIO ECONOMICO
               
Il settore più vulnerabile è rappresentato dai mercati valutari, perché i sentimenti sono un fattore cruciale nel determinare i tassi di cambio. In mezzo a una frenesia speculativa, il timore di un inasprimento delle sanzioni finanziarie e la carenza di moneta, hanno portato alla svalutazione del Riyal iraniano. In un mese, la valuta dell'Iran ha perso oltre il 40 per cento del suo valore, costringendo la Banca Centrale Iraniana e la Banca-e-Markazi, a contrarre la politica monetaria, impegnarsi in misure di controllo del capitale e iniettare petro-dollari nell’economia domestica per evitare ……. In realtà, il governo si è impegnato in un giro di vite senza precedenti contro il mercato nero di valuta estera e ha imposto severe misure per regolare il flusso del dollaro. L'Iran ha circa 104 miliardi di dollari in valuta estera e riserve auree, che costituiscono per il paese un cuscino contro le fluttuazioni della valuta. Tuttavia, le sanzioni prendono di mira anche il gigantesco bacino iraniano di riserve di valuta estera, sparse nelle maggiori istituzioni finanziarie occidentali, soprattutto in europee. Pertanto, l’Iran è stato costretto a trasferire la maggiorparte del proprio oro e delle proprie riserve di valuta estera in banche asiatiche e latinoamericane. Per mantenere il commercio e le riserve di valuta estera, l’Iran dovrà affidarsi ai suoi principali partner petroliferi asiatici. Tuttavia, alle sanzioni è stato accoppiato un intenso sforzo diplomatico per convincere i partner commerciali asiatici principali dell'Iran, dalla Corea del sud e il Giappone a Turchia, Cina e India, di interrompere le importazioni.
La strategia occidentale è duplice: in primo luogo, raccogliere il sostegno dei paesi arabi maggiori produttori di petrolio, come l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi, per sopperire a qualsiasi carenza effettiva e potenziale di approvvigionamento di petrolio, se e quando le esportazioni iraniane saranno escluse dal mercato internazionale; in secondo luogo, mettendo sotto pressione i partner petrolifert asiatici dell'Iran, l'Occidente sta cercando di limitare il suo bacino di clienti, limitando quindi enormemente la cerchia  degli acquirenti. Così, molto comprensibilmente, Iran ha definito le sanzioni come una “dichiarazione di guerra economica”, minacciando di chiudere stretto di Hormuz, se tali misure continueranno a soffocare la sua economia.

domenica 19 febbraio 2012

Oil: l'oro nero dei Moratti, di Massimiliano Mazzotta

generalmente si sente parlare della famiglia Moratti quando l’Inter perde e Massimo, incazzato, se ne va dallo stadio prima della fine della gara. questo documentario parla invece della società che gli permette di spendere centinaia di milioni in calciatori e di vivere a Milano, lontano dal benzene, dall’anidride solforosa e dall’odore delicato del gas H2S: la Saras, produttrice di queste meraviglie. gli impianti della Saras sono insediati a Sarroch, in Sardegna, un paese che fino al 1960 conosceva povertà ed ignoranza, uno stile di vita semplice e quasi primitivo. non conosceva il cancro. dal 1965, anno di attracco della prima petroliera, il paese diventa una delle maggiori fonti di profitto per l’industria petrolchimica. diventa anche un giardino dove fiori spaventosi possono crescere e infestare gli organismi sani dei lavoratori, poveri ma liberi nella loro terra, solo qualche anno prima. è davvero difficile trovare una giustificazione quando si vedono nubi nere diffondersi dagli impianti industriali a ridosso delle case. progresso? ricchezza? lavoro? non riesco a darmi risposta. poi c’è il giornalino, che ben si sposa con le volute di fumi multicolori e le eterne fiamme delle candele, una simpatica iniziativa editoriale, perché l’aguzzino deve prendersi cura dei suoi schiavi fin da piccoli, affinché i fanciulli sviluppino amore petrolchimico dalla culla. si tratta di un’iniziativa necessaria perché i bambini, va da sé, mica li infinocchi tanto facile. loro la vedono per quello che è la raffineria: un mostro grigio, un groviglio di nebbie e tubazioni di metallo. ecco allora la simpatica iniziativa editoriale. il gabbiano con caschetto antinfortunio, che ti porta a scoprire il giardino della fabbrica e le meraviglie del suo interno. ecco le visite guidate delle classi elementari, perché familiarizzino fin dalla tenera età con la macchina. per fortuna non c’è solo la Saras in Sardegna. il documentario parla anche di altre realtà criminalindustriali presenti nel territorio, sempre impegnate nel settore chimico. Dopo il post sulla sindrome di Quirra, un altro documento da fare girare. perché tutti sappiano cosa stanno passando i sardi, quanto sia stuprata la loro terra e se i pastori, gli allevatori e tutti coloro che ne hanno le palle piene di morire, dovessero una buona volta prendere in mano i forconi, allora ecco, non li si chiami facinorosi,  violenti, criminali. sarebbe soltanto legittima difesa.

News sull'Iran da prospettiva indiana

Secondo questo articolo dell’Indian Express, invece, l’Iran ha mostrato interessanti progressi del programma nucleare. mercoledì scorso, gli impianti nucleari sarebbero stati mostrati in televisione. il presidente Ahmadinejad, ha ribadito l’intenzione di utilizzare il nucleare per scopi pacifici. al massimo, ci potrebbe stare un incidente involontario à la Chernobyl o Fukushima, ma se guardi tutto non ti sposi più, dice un proverbio delle mie parti. gli Stati Uniti hanno reagito a questa dimostrazione definendola una 'mera campagna pubblicitaria', un modo per distrarre l'attenzione del mondo dal danno causato dalle sanzioni internazionali. la Russia ha invitato l’Iran a lavorare con l'AIEA. gli Stati Uniti stanno anche premendo affinché l'Unione Europea adotti un sistema bancario elettronico globale ed espella le banche iraniane da una rete utilizzata per trasferire denaro. un altro passo dell’occidente per privare di Teheran dei fondi necessari per sviluppare armi nucleari. cacciando le banche iraniane dalla SWIFT (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication), si taglierebbe uno dei pochi viali restanti  all'Iran per effettuare transazioni commerciali con il resto del mondo. nel frattempo i prezzi del petrolio aumentano, a seguito di segnalazioni riguardanti la possibilità di un arresto delle esportazioni iraniani di greggio verso sei paesi europei. intenzione dichiarata falsa dal Ministero del Petrolio iraniano.
  nel suo discorso alla nazione, Ahmadinejad ha detto che il programma nucleare iraniano è puramente pacifico e servirebbe ad implementare le conoscenze scientifiche e la ricerca medica. ha descritto l’energia nucleare economica e pulita (?). si dimostra quindi miope ed ipocrita, al pari dei governi occidentali. non peggiore, in ogni caso. ha inoltre detto che per tanti anni, sei o sette paesi si sono serviti dei vantaggi offerti dall’energia nucleare, privandone arbitrariamente altri aventi pari diritti di servirsene. reagendo alle azioni contro l'Iran nella scia del programma nucleare, Ahmadinejad ha detto, "hanno cominciato ad imporre sanzioni e minacce. hanno cercato di fermarci."… nulla di scandaloso, quindi… una semplice considerazione. ha inoltre detto delle difficoltà affrontate dai tecnici iraniani per arrivare allo stato attuale di avanzamento del programma. si è poi soffermato sugli omicidi, commessi e tentati, contro gli scienziati iraniani, attribuendoli a quegli stati che vogliono privare l’Iran della conoscenza e del progresso. Ahmadinejad ha anche affermato di come l'AIEA fosse stata informata due anni fa, circa la mancanza di carburante nucleare in Iran e che la stessa agenzia aveva dichiarato possibile la fornitura, in quanto il reattore in esame appariva uno strumento di ricerca per scopi medici. contrariato dall’inattività susseguente di AIEA, Ahmadinejad si è detto pronto a produrre il combustibile direttamente in Iran.rRiferendosi in modo indifferenziato all’Occidente, Ahmadinejad avrebbe chiuso con un po’ di conti: “una bomba atomica, uccide 5000 persone. esistono 10.000 bombe atomiche sul pianeta. quanto basta per farlo esplodere più di una volta. è questo progresso, o sono soltanto giochi politici”?
Ringrazio chiunque si sia preso la briga di leggere e prego di segnalare eventuali errori di traduzione.

Navi iraniane nel Mediterraneo

La XVIII flotta della Marina Militare Iraniana, composto da un cacciatorpediniere e una nave di rifornimento, ha attraversato il canale di Suez dell'Egitto per entrare nel Mar Mediterraneo. secondo il contrammiraglio Habibollah Sayyari, la presenza delle navi iraniane starebbe a dimostrare la volontà di portare un messaggio di pace ed amicizia(?) verso i paesi della regione e dare visibilità alla potenza militare del paese. il secondo punto mi pare in palese contraddizione col primo. comunque, non siamo certo noi occidentali i più indicati a giudicare. da qualcuno avranno imparato, ad associare tranquillamente i termini militare e pace. sempre secondo Sayyari, la presenza della flotta serve a provare che le sanzioni inflitte all’Iran non hanno ostacolato il progresso scientifico del paese, né diminuita la sua potenza militare. Sayyari ha aggiunto che uno degli obiettivi della missione è  provvedere alla formazione degli studenti del Imam Khomeini Naval Academy, che si trova sul Mar Caspio a Noshahr, provincia di Mazandaran. già sabato la Reuters aveva riportato l’attraversamento del Canale di Suez da parte delle due navi, dopo l’autorizzazione del governo egiziano. è la seconda volta che una flotta navale iraniana entra nel Mediterraneo dopo la vittoria della rivoluzione islamica nel 1979. due navi iraniane entrarono nel Mediterraneo lo scorso 17 febbraio, infatti. in quell’occasione attraccarono in Siria. (Fonte: Tehran Times)

martedì 14 febbraio 2012

L'Iran blocca alcuni siti web e chiede giustizia per gli scienziati assassinati

come detto ieri, l'interesse nei confronti del'ignobile dittatura iraniana si accresce sempre più. ora anche internet viene oscurato dai cattivoni con l'asciugamano in testa. intanto, chi volesse, può leggersi questo articolo del Tehran Times, in cui si parla del reclamo presentato dalle autorità iraniane ai tribunali internazionali, in relazione ai misteriosi assassinii di scienziati nucleari, avvenuti qualche tempo fa. secondo Tehran si tratta di omicidi commissionati da Israele. penso che si dovrebbe parlare anche di questo nei nostri telegiornali.
http://www.youtube.com/watch?v=J8tBZc-taaE&feature=g-all-u&context=G2ec8a16FAAAAAAAAAAA

lunedì 13 febbraio 2012

Israele accusa: "L'Iran dietro gli attentati in India e Georgia"

notate bene. da un po' di tempo gli organi di informazione occidentali fanno di tutto per addossare le colpe di ogni casino agli iraniani. io credo che la propaganda contro di loro diventerà sempre più pressante. sentiremo parlare così male di Ahmadinejad e della sua volontà di distruggere l'occidente con le armi nucleari, che non ci prenderemo neanche più la briga di considerare la cosa come vera oppure falsa. ci siamo presi la Libia, prima l'Iraq, toccherà poi alla Siria e poi, vedrete, se non attaccheranno l'Iran. l'accerchiamento  è già a buon punto. cosa dite? probabilmente avverrà un "attentato terroristico" bello grosso, magari in Israele, oppure negli stati uniti, a simulare la proverbiale goccia che fa traboccare il vaso, già riempito di fandonie, donne lapidate in piazza a favore di al-jazeera, frasi estrapolate e mal tradotte. ho una mente immaginifica, direte, chissà, ma tenete gli occhi aperti.
http://www.youtube.com/watch?v=m_BiP3qsxQE&feature=g-all-u&context=G2ec8a16FAAAAAAAAAAA

Sentenza Eternit, finalmente

finalmente un po' di giustizia per chi, oltre ad essere vissuto da schiavo, dedicate otto dieci ore al giorno della sua vita ad un lavoro feroce, in cambio di un milione al mese si è perso i primi passi di suo figlio e si è beccato una forma incurabile di cancro. con tanta rabbia per gli esseri umani di serie b, gli indiani, gli africani, i meschini di ogni sud, che continuano a produrre onduline per pagare i lussi dei loro uccisori.

domenica 12 febbraio 2012

La Santa. Viaggio nella 'Ndrangheta sconosciuta, di Ruben H. Oliva ed Enrico Fierro

un bel documentario sulla ‘ndrangheta, secondo gli autori, la più pericolosa associazione a delinquere presente in Italia. più della camorra e della mafia siciliana. i suoi punti forti risiederebbero nella discrezione con cui opera e nell’organizzazione rigidamente familiaristica. le delazioni sono praticamente nulle, in quanto infamare un compagno di malavita equivale a mandare in galera un familiare stretto. grazie alla discrezione e all’assenza del pentitismo la ‘ndrangheta ha saputo farsi strada fino ad entrare e a mescolarsi con gli organi direttivi del potere ufficiale. ha lasciato la Calabria e si è insediata anche nel Nord. il sindaco di Buccinasco, provincia di Milano, riceve pallottole per posta un giorno sì e uno no, quando non gli bruciano la macchina… si è inoltre diffusa in tutto il mondo e si stima che i maggiori importatori di droga europei siamo proprio ‘ndranghetisti. a pervadere l'alleanza di un'alone sacro, il lato quasi mistico, che risiede nei rituali di affiliazione, mutuati dalla massoneria, con la quale sembra sia tra l’altro connessa strettamente. stabilite le linee generali di questa perfetta macchina dell’illegalità, il documentario prosegue poi recandosi nei luoghi dove la ‘ndrangheta impera e si beffa dello stato.  ma alla grande. Platì, Filadelfia, San Luca… luoghi dove la legge… ti saluto… e i cartelli stradali sono bucati a pallettoni, come nel far west.  un gran bel documento e quanta pena per i giovani, che sfilano convinti per le vie dei paesi dopo l’ennesimo massacro. un mese, forse due di pace finta e tutto torna come prima. non deve essere facile vivere in quei luoghi, né trovare una soluzione. va ricordato, infatti, che buona parte dell’economia italiana, è mossa da attività illegali.

Giovani in piazza in tutta Europa contro Acta

chiunque desideri contribuire concretamente contro la risoluzione ACTA, può firmare questa petizione.
http://www.youtube.com/watch?v=S3w7tDEpIJQ&feature=g-all-u&context=G2cc3ee4FAAAAAAAAOAA

venerdì 10 febbraio 2012

Report: Il terrorismo made in USA - di Paolo Barnard

un bel riassunto di tutte le porcate americane in giro per il mondo. peggio di quanto ricordassi. il Battaglione Atlacatl in Nicaragua, il Generale Suharto in Indonesia. anche una piccola digressione liliniana sulle atrocità commesse dai soldati russi in Cecenia. per non dimenticare le responsabilità di chi esporta il proprio stile di vita a forza di bombe e lo chiama libertà. questo è da vedere ragazzi. fino alla fine.

giovedì 9 febbraio 2012

Obsolescenza Programmata - Comprare, Buttare, Comprare

questo bellissimo documentario in spagnolo, con sottotitoli in italiano, sonda uno dei principi fondamentali della moderna società dei consumi:  gli oggetti realizzati e venduti, sono progettati per essere utilizzati, ma anche per rompersi o diventare vecchi il prima possibile. la rottura non è un inconveniente, ma una specifica ben pianificata a tavolino. lo stesso dicasi per la vita commerciale di un prodotto, o appetibilità. il suo ciclo di vita non riguarda solo la sua effettiva capacità di utilizzo, infatti, ma anche l’appeal compulsivo esercitato sui potenziali compratori. quante cose sostituiamo anche se ancora funzionanti. pensiamo ai cellulari o ai vestiti. si potrebbero realizzare lampadine dalla durata tripla, ma ciò non avviene e non per limiti tecnici. il fatto è che non si cerca di creare il prodotto migliore, ma quello che invecchia prima. l’obsolescenza programmata è il motore della nostra economia. il concetto guida ideale per una civiltà con la data di scadenza. da vedere.

mercoledì 8 febbraio 2012

Homs martoriata. "Esercito arresta feriti ricoverati"

per imparzialità pubblico questa video proveniente da una fonte occidentale. se lo si vede subito dopo quello postato lunedì 6 febbraio, l'effetto diventa come minimo straniante. a voi le eventuali conclusioni.

11-12 Febbraio Ghesce Ngawang Sanghie a Padova

a partire da questo fine settimana, Ghesce Ngawang Sanghie sarà ospite del Centro Tara Cittamani di Padova per una serie di incontri e conferenze. sabato 11 febbraio e domenica 12, saranno trasmessi insegnamenti dal Bodhisattvacharyavatara di Shantideva. l’ingresso è libero e l’invito a partecipare è rivolto a tutti. per maggiori informazioni e per consultare il programma completo degli incontri, visitate il sito www.taracittamani.it.

lunedì 6 febbraio 2012

La propaganda NATO sulla questione siriana

dopo il video dove alcune normali tombe in Libia venivano fatte passare per una fossa comune (?!) - tanto ormai ci beviamo anche che la cocacola cura il cancro, basta che lo dica Veronesi - un altro esempio di filmato girato in tutt'altri tempi e luoghi rispetto a quelli attribuiti dall'emittente che lo ha trasmesso. prima bisognava gettare fango su Gheddafi e fare passare per insorti i disperati affamati prima, assoldati poi dalla Nato, per inscenare un rivolta popolare. adesso è il governo siriano ad essersi trasformato in sanguinaria dittatura. nonostante i bagni di folla pro-Assad. domani l'altro toccherà all'Iran. gli insorti in Siria sono l'espressione di una sollevazione popolare o sono mercenari assoldati dall'occidente per creare un pretesto per insediarsi una volta per tutte in medio oriente? questa è la grande domanda, in estrema sintesi.
amico lettore del mio scombiccherato blog, lo so che ci sei. come sarei contento, se i miei pretenziosi messaggi bastassero ad instillare nella tua coscienza la sanità del dubbio e una minuscola certezza: la realtà proposta dall'informazione di massa è solo una delle infinite interpretazioni. fornita da una fonte interessata. lo è anche il contenuto del video seguente. il punto fermo rimane non fissarsi a credere. cerca altre voci, comprese quelle dei pazzi e dei cretini. queste ultime soprattutto, ascoltale con molta attenzione. ci troverai ancora del caos. ascolta anche il gorgoglio della caffettiera, quando ti prepari il caffè al mattino, indeciso tra il suicidio e il lavoro. è gravido di inaspettati potenziali. la pluralità è la linfa per non trasformarci definitivamente in avatar di facebook. cancella il tuo "profilo". la realtà e tutt'altro da un'immagine fissa.
http://www.youtube.com/watch?v=QQ73oAsmDQM&list=PLAE3794F8B1B65FAA&index=16

domenica 5 febbraio 2012

Monti: la crisi e le sovravità nazionali

qui non servono fonti. esce tutto dalla bocca del premier. bisogna vedere in che contesto sono da inscriversi queste affermazioni, ma con tutta la buona volontà, faccio fatica a giustificarle. "l'Europa ha bisogno di gravi crisi per fare passi avanti", secondo il primo ministro... guardatelo, è importante. se non per voi o per l'illusione della libertà, almeno per le generazioni future.
http://www.youtube.com/watch?v=B1DXSqCHaZs&feature=g-all-a&list=PLD8C0A02156C62416&context=G202a284FAAAAAAAAGAA

Monti ed i suoi tecnici del NWO

un video per capire nel dettaglio chi compone la squadra di governo italiana. molti ministri sembrano avere connessioni con il Gruppo Bilderberg, altri provengono dal mondo dell'alta finanza - la peggiore espressione del capitalismo, a mio avviso - altri ancora presenziarono nei consigli di amministrazione di grandi gruppi multinazionali. non so che dire. guardatelo e fatevi un'idea. non conosco le fonti da cui è stato tratto il video, spero soltanto di instillare la curiosità di andare più a fondo nella conoscenza di chi ci governa senza essere stato votato, in coloro che avranno la pazienza di visionare il filmato. un consiglio: eliminate l'audio, offende l'udito, quanto e più di una canzone di Amedeo Minghi!

sabato 4 febbraio 2012

L'accerchiamento: la democrazia nella rete del neoliberalismo

il documentario, apertamente di parte, spiega come il libero mercato sia diventato il regolatore di tutte le attività della società moderna. dalla politica all’istruzione, dalla cultura financo allo sport!? la subordinazione delle azioni umane alla logica del mercato è una sorta di caposaldo inattaccabile, che molto ha in comune con una dittatura. pensiamo anche ai partiti politici. sempre più simili, indifferenziati. leggiamo i programmi di chi sta e destra e di chi sta a sinistra – maledetta sia questa dicotomia, giustiziera di ogni fantasia laterale. le differenze sono minime. ciò che rende un disegno degno di esistere, ormai, è la sua competitività commerciale. su questo non ci si scontra più. è dato per assunto. per tutti coloro che considerano ovvia questa deriva: credeteci o no, non è sempre stato così, ma proprio per niente. anzi, il periodo in cui la genuflessione alla dittatura del libero mercato ha assunto valore di comandamento, è una misera goccia nel mare della storia dell’uomo. senza scomodare quella ben più estesa dell’universo. sveglia e buona visione.

venerdì 3 febbraio 2012

Atene nella morsa di proteste e creditori

fatemi capire: per salvare un sistema dal baratro, si sprofondano in miseria i suoi elementi costitutivi. funziona così? fraintendo? detta così sembra un controsenso. come dire che per salvare un edificio se ne tarlano le travi.
http://www.youtube.com/watch?v=HBw3M9difqk&feature=g-all-u&context=G246c268FAAAAAAAADAA

Un filmato sull'ACTA

ogni uno ha la propria testa per pensare. non per tutti è un vantaggio, va da se. non so se questo trattato stia per essere effettivamente firmato o se la sottoscrizione sia già avvenuta. di certo le scelte impopolari prese di nascosto storicamente abbondano. il senso è limitare la libertà di azione in internet, rendendo responsabili i provider di quello che combinano gli utenti. ma non solo. in ballo ci sono anche i farmaci generici e la libera circolazione delle sementi. non mi è chiaro perché in questo genere di accordi, sempre più spesso e in sordina, oltre agli stati vengono interpellate anche aziende multinazionali. cito wikipedia, mica il bollettino anarchico dell'isola di utopia. forse perché rivestono un ruolo equivalente o superiore ai governi politici, cioè ai rappresentanti del popolo? che poi saremmo noi, nel caso sfuggisse a qualcuno. il popolo, lo zoccolo ovino della decrepitezza democratica. trovo sospetto anche il silenzio assoluto da parte dell'informazione di massa su una tematica così importante. però ci bombardano con la crisi e gli spread, i default, i chiodi sessuali delle celebrità, le cliniche per cani, gli ospizi per criceti, i gatti in depressione, i lifting alle palle... dubito che servirà a qualcosa, ma se volete, qui potete firmare contro l'ACTA.
http://www.youtube.com/watch?v=sKUfg0RvLX0&feature=channel_video_title

giovedì 2 febbraio 2012

Monti vuole pagare il debito con l'oro italiano!?

un video da guardare e tenere da conto come tutto quello che si sente applicando gli opportuni filtri. e per tutto quello che si sente intendo anche i rumori dei clacson, le risate dei bambini e le farneticazioni dei folli. io non so se questa notizia sia vera, e cioè se Mario Monti voglia davvero ripagare il debito prosciugando la riserva aurea. se così fosse, da completo ignorante, non mi sembra una gran lampo di genio. insomma, l'oro è l'unica cosa che vale veramente, a differenza degli euro che, abbiamo visto essere solo carta stampata senza controvalore. se davvero il nostro leader se ne sbarazza, prende corpo la teoria del complotto - lui mica è scemo, l'economia la conosce bene -, che lo vuole asservito agli interessi  sovranazionali della cosiddetta cricca Bilderberg. non  mi sembra lontanamente vantaggioso per uno stato, privarsi del proprio oro. da nessun punto di vista. dobbiamo rimetterci in carreggiata, mica immiserirci. trovare il modo di mettere l'economia in grado di recuperare senza farsi tagliare la gola; così ragiona il leader di uno stato del quale difende realmente gli interessi. e più ci ragiono, più il meccanismo del debito mi sembra una spirale piuttosto perversa, un modo per tenere qualcuno nel taschino. ed è vero che un debito esiste finché ci si sente in dovere di pagarlo. se questa volontà viene meno, il debito è solo una richiesta insoddisfatta. presto posterò qualcosa al riguardo.
http://www.youtube.com/watch?v=QO8LMjZWXyA&feature=g-all-f&context=G29281d2FAAAAAAAAJAA


immagine di Paolo Neupaul Palmacci


mercoledì 1 febbraio 2012

L'export asiatico colpito dalla crisi europea

è chiaro. se l'economia europea è ferma, ne risentono anche i mercati asiatici, i quali vendono grandi quantità dei loro prodotti vantaggiosi all'occidente. non so cosa possa conseguirne. credo nel principio dei vasi comunicanti. il nostro tenore di vita si abbasserà e lo sta già facendo, mentre quello degli asiatici si alzerà fino a pareggiarlo. non ho una grossa fantasia economica e tanto meno competenze. lo scenario che riesco ad immaginare è tuttavia questo. penso anche ad una guerra. bella tosta su larga scala. il pretesto è facile inventarlo. lo è sempre stato. un po' di propaganda in tivvù. qualche immagine ad effetto, tipo uccelli con le ali catramate, fosse comuni improvvisate. la guerra è da sempre il toccasana dell'economia in crisi. crisi, guerra, ripresa. è un ciclo familiare.